Un benvenuto di Pace.

un benvenuto di Pace

 

Le dinamiche sociali degli ultimi tempi ci hanno messo davanti a una delle questioni più cruenti e delicate, stiamo parlando della guerra in Ucraina e in modo diretto e consequenziale non possiamo non essere non al corrente dell’attuale emergenza che vede coinvolto, negli ultimi mesi, il popolo ucraino. Tante le famiglie costrette a fuggire dalla drammaticità della guerra, molti hanno dovuto resistere per settimane o addirittura mesi, infine si sono arresi e così è iniziata l’evacuazione non solo di Kiev, la capitale ma di tante altre città ucraine.

Ad oggi in Italia sono tantissimi e il senso di disorientamento dilaga in loro come un effetto diretto della loro disperata ricerca di asilo in altri paesi.

Sono tante le notizie che ci giungono e ci rendono sempre più spaesati e non possiamo di certo comprendere del tutto che cosa significa dover scappare da un conflitto bellico, non solo pericoloso ma che è già costato la vita di tante persone, come nell’attuale guerra tra Russia e Ucraina.

In più la vita è sempre più complicata, le informazioni che ogni giorno acquistiamo sono innumerevoli e tutto ciò può trasformarsi in un pensiero astratto che ci rende impossibile riuscire a scegliere. Se non ci concentriamo sulle azioni quotidiane, sugli obiettivi più semplici e possibili, rischiamo di rimanere incastrati nella rete di interazioni sociali più complicata nella storia dell’umanità. Spesso ci capita infatti di sentirci disorientati, di perdere la bussola e non ritrovare la nostra dimensione, la nostra destinazione.

Il perché è molto più semplice di quanto possiamo immaginare. Una delle teorie più affascinanti è quella del “information overload”, ovvero un sovraccarico cognitivo che ci rende impossibilitati di prendere decisioni quando il nostro cervello acquisisce troppe e generiche informazioni devianti per la nostra situazione. A far fronte a questa problematica è dare un’informazione corretta, essenziale e dettagliata che ci può aiutare nell’orientamento.

Se pensiamo che sono quasi più di 100.000 i profughi ucraini arrivati in Italia, possiamo ben vedere le difficoltà iniziali con l’approcciarsi a una nuova cultura, un nuovo sistema giuridico, un diverso mondo lavorativo, scolastico e burocratico.

«Non solo stanchi, stremati ma soprattutto disorientanti.» Così commenta l’ideatore del progetto di formazione, Giuseppe Gorga, destinato ai profughi e ai richiedenti asilo ucraini.

Il professore Gorga ha, dopo queste prime considerazioni, dato vita all’iniziativa sociale che risponde in modo attivo a questa emergenza con una delle più brillanti iniziative in corso quest’anno, il Corso di Formazione per la Tutela dei Profughi Ucraini, un progetto no profit e gratuito appoggiato dall’ente di formazione internazionale Euroformation. La scuola Euroformation si è subito assunta, chiedendone l’utilizzo all’ideatore del progetto, la responsabilità della divulgazione del corso e dei suoi contenuti informativi.

Quando si parla di tutela, si parla indubbiamente di protezione e dunque questo è un benvenuto fatto di pace e di accoglienza. Un’accoglienza non fine a se stessa ma che possa rendere autonomi e fornire gli strumenti, la cosiddetta bussola, per poter iniziare una nuova vita nel nostro paese.

Il corso fornisce, in lingua ucraina, le informazioni di prima necessità, prese dal Ministero della Giustizia e degli Interni. Tanti gli argomenti trattati in modo sì sintetico ma esaustivo: disposizioni di legge, numeri di sicurezza e ancora i numeri dell’ambasciata a cui rivolgersi in caso di necessità.

«Il mondo in cui viviamo è frenetico, spesso può apparire disilluso. Tutto è immediato. Tengo molto a fare formazione online perché è l’unico modo che abbiamo per controllare questo mare di informazioni che possono batterci, portarci alla deriva. Bisogna tenere il passo e conoscere bene le nuove tecnologie anche per prenotare una visita medica, quindi come possiamo comprendere, l’arrivo dei profughi ucraini in Italia non significa solo primo soccorso, cibo e un’abitazione. Significa anche formazione.»

In conclusione possiamo dire che se a volte ci capita di pensare, nei momenti di maggiore difficoltà, che se ci fermiamo saremo travolti, tante sono le dimostrazioni invece che, inaspettatamente in quel periodo di stallo, possiamo incontrarci. Sicuramente ci sarà sempre chi si offre, in modo gratuito e appassionato, di darci una mano.

È questo il bello della vita, fidarsi è un dono concesso solo a chi ha coraggio e il coraggio è una virtù che viene fuori nei momenti in cui ci è chiesto di lasciare tutto, persino i luoghi o le persone che amiamo, pur di sopravvivere.

Un benvenuto di Pace

Dottoressa Gisella Torrisi

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